Ecco come distruggiamo la mente dei nostri figli: tutti i genitori dovrebbero leggere!

La mente dei nostri figli un universo da esplorare. Quante potenzialità da scoprire!

La scuola di oggi, ma anche la famiglia pretendono dai bambini troppo. Quando non riescono a tenere i ritmi scolastici e accusano stanchezza e svogliatezza, ecco che si pensa che ci sia qualcosa che non va.

Le famiglie attente, appena notano nei loro figli un piccolo calo nel rendimento scolastico, pensano che abbiano qualcosa che non va a livello psicologico.

Trovano così la soluzione nella ricerca di uno psicologo bravo o meglio di un neuropsichiatra infantile.

Sembra un parolone, ma si chiama proprio così il medico che incontra il bambino e lo indirizza verso il logopedista, lo psicologo, l’assistente sociale e chi più ne ha più ne metta.

Vi siete mai domandati se tutto questo è benefico per vostro figlio? Se tutte le ore trascorse dallo psicologo, invece che andare a giocare a pallone con i compagni gli possano giovare?

Riflettete un attimo e se avete ancora bambini piccoli salvateli, siete in tempo.

Oggi i programmi scolastici, specie alla scuola primaria e alla secondaria di 1 grado sono pesantissimi. Si pretende dai bambini, fin dal primo anno delle scuole elementari, lo svolgimento di una mole di compiti esorbitante a casa, senza contare che già in classe sono stati seduti almeno 5 ore.

Cari insegnanti e genitori, o meglio Caro Ministro della Pubblica Istruzione, ma dove siamo arrivati. Sono finiti i tempi dei bambini che dovevano indossare la divisa e fare il saluto al Duce. Quelli almeno marciavano e stavano all’aria aperta.

Oggi non si dà il tempo ai nostri figli nemmeno di incontrare i loro coetanei, ma voi direste che già li hanno visti in classe. Già, avete ragione, ma solo visti perché guai se possono scambiare una parola con loro.

Se i nostri bambini accusano stanchezza e svogliatezza hanno pienamente ragione. Non è colpa loro se si pretende in poco ore che debbano acquisire regole grammaticali, imparare le formule matematiche, avere una bella calligrafia, essere veloci a disegnare e colorare e sapere imparare un argomento di scienze, ma non a memoria.

I nostri figli non sono dei robot, li abbiamo procreati per dargli una vita serena che invece gli stiamo privando.

Se non apprendono la storia o le scienze o se odiano la grammatica italiana, non hanno bisogno dello psicologo. Anche loro hanno delle preferenze e credo che qualunque bambino normale invece che svolgere 30 operazioni matematiche, preferisca andare all’ aria aperta a ridere e scherzare con gli altri bambini.

Vi siete mai domandati se a loro piace andare, dopo la scuola alle attività pomeridiane o preferirebbero fare un riposino. Se amano lo sport che voi avete scelto per loro, o perché lo faceva anche il fratello o sarebbe piaciuto farlo voi?

La realtà è che siamo troppo superficiali e non rispettiamo i tempi di un bambino, ma nemmeno la sua personalità che non è paragonabile a quella nessun altro.

Se al primo accenno di difficoltà, glielo facciamo notare, ne parliamo con l’insegnante, lo portiamo dallo psicologo, la sua autostima scende. Allora si che:

 stiamo segnando il percorso per farlo crescere insicuro e pauroso.

Continuando in questo modo, stiamo formando dei futuri adulti, con poca fiducia in loro stessi e con un senso d’inferiorità nei confronti dei loro coetanei.

Una mente in continua evoluzione

Assillandoli per i compiti, punendoli per i bassi voti, facciamo si che loro perdano la fiducia in se stessi, credendo di non farcela e non trovando nella  scuola alcuno stimolo.

Spesso, gli insegnanti che dovrebbero essere una guida formativa non solo per i bambini, ma anche per le famiglie, dimostrano di non avere una preparazione psicologica adeguata.

Trattano gli alunni tutti allo stesso modo e se uno di  loro dimostra di avere una piccola defiance, non cercano di capire cosa sta accadendo in quella piccola mente in continua trasformazione, ma tendono a emarginarlo.

I bambini non sono tutti uguali, ma sono tutti con una sensibilità tale da assorbire le situazioni negative che li circondano. Se dopo essere stati brillanti e vispi, diventano improvvisamente taciturni timidi e insicuri, cercate le risposte nell’ ambiente che li circonda. Non si tratta per forza di dislessia o di problemi di apprendimento.

Tutti possono sbagliare e anche gli insegnanti possono essere insensibili e dimostrare maggiore simpatia nei confronti di un alunno rispetto a un altro. Quando notano che un alunno non rende più come prima, lo emarginano.

Sono tutti questi comportamenti che rendono i bambini svogliati, paurosi e insicuri. Siamo noi adulti a etichettarli e renderli aggressivi, tristi e con una bassa autostima.

fonte consultata qui

 

 

 

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